Caro Blog,
sono tornata. Ti ho lasciato a fine Dicembre e a Gennaio non ti ho minimamente preso in considerazione. Ho avuto da fare, e poi si sa che Gennaio è sempre un mese di assestamento.
Le ultime volte che scrivevo a un oggetto come a una persona, avevo 13 anni e gli occhiali rotondi, scrivevo drammi pre e post adolescenziali di cui ora sorrido e mi vergogno -ovviamente li conservo ancora tutti, da buon cancro che si rispetti-. Vedi tu come sono messa.
Dicevo, non ho avuto grandi eventi da raccontare, ma tante piccole cose che da sole non combinano niente, e insieme si volumizzano come un impasto lievitato. Mi sembra di vivere tutto così. E mi sembra strano per come sono io, che mi lascio trascinare dalle grande emozioni e che ho sempre tralasciato le cose vere, i segnali minimi, la realtà fatta di giorni al presente e non di azzardati programmi futuri.
Progetto viaggi nuovi, testo rapporti umani, cerco di capire che tipo di incastro serve a continuare il puzzle. Una settimana nella città più cool del mondo che si è rivelata, a modo suo, un ri-tornare.
Un modo nuovo di viverla: ho cercato di calibrare gli spazi e i tempi per riadattarla a questa specie di contrario di uno che mi cresce addosso giorno dopo giorno.
E mi è capitato di sorprendermi, quando abbiamo barattato un Apple pie con un Apple vero e tante altre cose insieme: mi sono sorpresa perché ho scoperto che ci sono persone che riescono a tirare fuori il buono dalle situazioni peggiori, un sorriso nella tempesta, e l'equilibrio sopra la follia.
Non che non ne conoscessi eh, ma mai l'avevo testato su di me, nei miei confronti, in modo personale. Lo considero davvero un grande valore, che ha fatto la differenza in quello che ci è successo.
E poi lo slogan sempre presente, quell'attenti allo spazio che oggi hanno cancellato da quasi tutti i pavimenti del tubo, ma che ancora risuona metallico negli altoparlanti e mi riporta indietro a 5 anni fa, a quando l'ho scoperto per la prima volta, insieme al primo bicchiere di Guinness amara e spumosa, con la mia Amica di sempre. Quella che quando sono partita, qualche giorno fa, mi ha fatto piangere di sms.
C'era anche 4 anni fa, quando ci ho portato Annagi e la Rotter, un ricordo un pò amaro e spumoso, per gli eventi che ci stavano alle calcagna e che ci avrebbero cambiato la vita per sempre.
C'è oggi, rimane un ricordo amaro e spumoso per via del baratto di mele & co di cui sopra, ma è stato un gran bel primo viaggio insieme.
Dire che questa città sia speciale è poco: per me è intima, come un'amica. La sento così. Posso permettermi di essere sincera con lei, me stessa al 100% in ogni via di case a mattoncini e BE DOC.
Ci sono stata con persone che mi stanno dentro e che mi fanno stare bene.
Amara e spumosa, always mind-the-gap. Stiamo sempre attenti a quello spazio tra il pavimento e il treno.
Caderci dentro è un attimo.
E ti perdi il buono, i sorrisi e l'equilibrio.
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