giovedì 12 luglio 2012

"che la retta è per chi ha fretta"

Mi ero sbagliata. ma di brutto. Anzi, come qualcuno direbbe, di bruttA (per sottolineare l'enfasi).
Pensavo che il passaggio fosse avvenuto 368 giorni fa, il crocevia dei miei 30 anni, l'ansia che ti caricano addosso pensando di farti auguri pieni zeppi di spiritosaggine. 
La tua idea della vita, di come è e come dovrebbe essere, di cosa non dovrebbe essere, l'avevo fatta coincidere con un numero.

Che a pensarci bene, è assurdo. 
Nr 1, perchè coi numeri non ho mai avuto un gran rapporto. Nr. 2, perchè non puoi catalizzare eventi creati dal destino e dalla tua volontà in un determinato tempo della tua vita. 
Non-sense.
Oggi lo so, oggi che è passato un anno da quei pensieri cerco di dargli uno spazio vero, reale. 
Pensieri che mi hanno spesso distolto da ciò che volevo, da ciò che mi dovevo. 
A. come al solito ci aveva visto lungo, che l'anno scorso a quest'ora me l'aveva scritto in un biglietto, uno dei suoi. Uno di quelli che ti riportano a galla. Che ti riportano all'essenza, alle cose vere, alla verità di uno sguardo, perchè questo ci basta, ci è sempre bastato.

Ho cercato di dare ai 30 anni questa idea di traguardo, che poi in realtà non mi ha mai portato da nessuna parte.
E ancora lo sapeva lei, quando mi diceva che noi tutti viviamo questi pezzi di tempo in prospettiva, senza renderci conto che il qui e ora fa sempre la differenza. Che lo ha fatto sempre, in tutte le cose che ci sono successe da quando ci conosciamo. Ed è vero. Tutte le cose belle che ho avuto, vissuto, di cui ho goduto, sono sempre state frutto di momenti totalmente estraniati dalla prospettiva. Amori, viaggi, lavoro, incontri, momenti, faccio una carrellata e penso: non li avevo cercati. Non c'erano, nella mia prospettiva. eppure, ci sono stati, e mi hanno riempito la vita. L'hanno resa ciò che è, che poi si sa, l'appetito vien mangiando.

La differenza la fa negli incontri tra persone, in un lavoro che ti scappa di mano, in un ribaltarsi di vita familiare che non avevi messo in conto, la vita è un qui e ora, e a parte le cose materiali, la prospettiva è solo un insieme di rette che vanno in un punto indefinito. Le tracci pensando che vadano chissà dove, e invece poi si perdono nel foglio. Neanche il profe di arte sapeva dove farle andare. E allora a cos'è servito il tempo che ci hai speso. 
Non serve, perchè la prospettiva ti illude, inganna l'occhio critico, e allora tu ti adagi sulla prospettiva, le credi alla prospettiva, e le cedi, stai lì e aspetti che le rette trovino il punto. e intanto ti perdi i pezzi.

non. avevi. messo. in conto. e allora perchè fossilizzarsi sui numeri.

quindi, niente. rileggerò il tuo biglietto, lo imparerò a memoria. 
come certi sms che ancora mi recito, per tenermi a galla, o semplicemente per darmi la carica.
come ascoltare Bolormaa e credere che sia tu, sempre tu, a cantarla. 
a ricordarmi che "ciò che rimane sospeso è perso".
a esserci, e restare.