E' stato un anno che mi ha segnato, in un modo o nell'altro, era inevitabile che fosse così, lo aspettavo e mi aspettavo che mi avrebbe portato riflessioni, pensieri, emozioni, reazioni più o meno sopite.
Mi ha portato a ricominciare a scrivere un blog, a condividere cose mie con perfetti estranei e inseparabili compagni di vita.
Ha risvegliato il senso del dovere verso il diritto della dignità del mio essere donna, mi ha messo di fronte a ciò che questa Italia malata ci butta addosso ogni giorno, in ogni posto di lavoro e non.
Aspettavo i miei 30, e intanto la mia Italia lacerata ne ha fatti 150.
Questo anno mi ha portato il primo viaggio con Lore, in un incontro panellenico che mi ha riempito di risvegli con sorrisi inarrivabili e buonumore a ciclo continuo.
Mi ha portato il primo compleanno di Lore, un'emozione impossibile da dimenticare, una serata perfetta da ricordare. In un certo senso, era anche il suo anno zero.
Ho ritrovato la bellezza nel riscoprire una fede politica smarrita da un pò di anni, colore arancio in piazza Duomo e un arcobaleno a trapanarlo, che sapeva di nuovo, di aria fresca, di vento che fa il suo giro. L'ultima volta che mi sono sentita così era il 2006, e Bertinotti diceva "Dedico questa vittoria a tutti gli operai", ero in vacanza con Annagi e la Cips, mi arriva un messaggio da A. con la citazione, e lei aggiungeva: "e noi lo amiamo". Esistono messaggi che ricordi a memoria, ti restano addosso nonostante gli anni che passano.
Mi sono sentita vicina a questa vittoria, a chi se l'è goduta, a chi ne beneficerà per i prossimi anni, ha risvegliato un senso politico che pensavo di non poter provare più.
Sono stati giorni esaltati, non ci si credeva, ma è stato tutto vero. Già adesso quella magia si è dissolta, forse avevamo troppe aspettative, o forse troppa fiducia.
Ho comprato una WII che giace inerme dentro una cassapanca di vimini da mesi ormai. A., avevi ragione anche questa volta.
A giugno è arrivata la svolta. L'evento che costituisce un pò della sostanza del mio anno zero, in termini di impegno mentale, fisico, sociale, personale. Divento una volontaria di Emergency, entro in un mondo nuovo, che conosco per le sue grandi linee di pensiero e di attività; mi aspettavo di trovarci dentro tanto, ma non così tanto. Oggi, a distanza di 6 mesi, mi sembra un percorso che mi aspettava, mi sembra di esserci sempre stata, tutto è stato naturale, e io credo sia stato per l'etica, la struttura, le basi solide umanitarie e civili che questa associazione trasuda attraverso le sue attività, le sue iniziative, le sue parole.
Emergency è un sogno bellissimo che non si tocca, ma che si respira forte e che ti apre un mondo che tutti dovrebbero voler vedere.
Poi è arrivato, il giorno zero, il giorno dei miei 30, ne avevo una paura folle, ancora oggi mi fa strano pensare a quando mi chiedono, quanti anni hai-TRENTA. Difficile. Difficile quando non sai dove sbattere la testa, difficile quando inizi a fare il bilancio di quello che hai combinato, poi scopri che tutti lo hanno fatto quel bilancio, e a tutti mancava comunque qualcosa.
Allora non è il bilancio, non sono io, forse è la condizione umana di esseri insoddisfatti perché pieni di troppe cose.
Siamo pionieri dell'accontentamento. Pellegrini della ricerca della felicità. Cercatori d'oro nella miniera della perfezione. Rinunciare - alla perfezione, bisogna crederci davvero.
Salvarsi l'anima, con l'aiuto di una persona sola.
E' stato l'anno del 10mo anniversario della morte di Carlo Giuliani, in una Genova che non dimentica, in un'Italia che non dovrebbe dimenticare questa vergogna in cui la parola fine non trova posto.
Un'estate fatta di banchetti, pomeriggi in piscina, vacanze al mare con Lore, sagre rustiche di paese, gite a Gardaland, lezioni di addestramento canine, week-end a Firenze con Emergency per poi approdare ad un autunno strano, fatto di cambiamenti che assomigliano al cambio colore delle foglie sugli alberi.
Berlusconi si dimette, guardo servizi in tv dove la gente esulta come alla vittoria dei mondiali, 5 anni fa.
Legittimo godimento, copio uno degli slogan di quei giorni. Allora è vero che il vento fa il suo giro.
Passa tutto, tutto passa.
Cambiamenti interiori, impercettibili, sensazioni mescolate in un amalgama magnetico che ti trasporta con equilibrio. Ecco, il mio anno zero si chiude così, livellato, senza aspettative, senza paura, è la prima volta che mi succede, e questo pensiero a volte mi blocca, sono ancora io? A volte invece mi fa respirare, si sono proprio io. "Forse mi trovo".
Capisco che ne sono capace, che non l'ho mai fatto, e ora, alla fine del mio anno zero, lo faccio,e mi piace anche.
Contro ogni previsione. Contro ogni idea. Contro le debolezze di cui non sono mai riuscita a disfarmi, mi libero da ciò che vorrei dalle cose. Le accetto per come vengono.
Ho letto il mio oroscopo per il 2012, così, per essere preparata.
E diceva.
"vi tufferete nelle profondità dell'anima perché nessuna forma di abisso vi spaventa".
Anno zero può terminare.