sabato 24 settembre 2011

piccolo mondo antico

Quando vado al mio paese natale, provo sempre tantissime sensazioni contrastanti, testa e cuore si mischiano in una purea di sentimenti che presi uno a uno non collimerebbero mai.
Lì, nel purè, a selvino, ci stanno tutti insieme appassionatamente.
Provo a dividerli nel classico gioie e dolori, pregi e difetti, bianco e nero (che il nero, poi, è sempre così nero?).

Dolori, Difetti, Nero:
1. parlare con persone che conoscono meglio di te le tue vicissitudini familiari;
2. scoprire nuove vicissitudini familiari di cui non eri a conoscenza;
3. spiegare ogni volta che LA MALPENSA non è a Milano, quindi "allora tu sei ancora lì a Milano all'aeroporto" boooooooooop domanda respinta. celare il nervoso. spiegare che Malpensa è in provincia di Varese. pregasi aggiornare mappe degli spostamenti degli emigrati, thanks;
4. ascoltare gli aggiornamenti di status delle relazioni sentimentali del paese-barra necrologi-barra aperturachiusura nuovi negozi, e non riuscire a collegare i nomi alle facce, perchè ormai non conosco più nessuno;
5. incontrare i miei ex compagni di classe e sapere che si ritrovano a una cena di classe tutti gli anni. a mia insaputa;
6. farsi delle domande a proposito del punto 5, trovare la risposta sbagliata in mezzo a quelle giuste; sentirsi estranea a casa tua;
7. rispettare i ritmi alimentari di casa Annagi;
8. sorbirmi minuti interi di coreografie su canzoni pop di mia sorella dodicenne;
9. dover abbandonare il divano per lasciare giocare alla wii mia sorella dodicenne e le sue amichette. carine...
10. guardare un film con Annagi su mysky, lei si addormenta e quando si risveglia via di rewind dal punto in cui ha perso il resto; durata media del tutto 4 ore;
11. ciclisti in doppia fila sulla strada di nembro.
12. piangere lacrime in uno spazio che va dal balcone dal quale mi salutano con sorrisi e guaiti, fino esattamente al tornante dopo la discarica; se c'è la canzone giusta invece, si prosegue con lacrime fino al Pianì.

Gioie, Pregi, Bianco:
1. sorridere davanti a città alta, in autostrada; qualsiasi canzone stia passando alla radio, sembra sempre quella giusta;
2. esaltarsi sulla strada di nembro quando uno che va piano gira per Lonno;
3. sempre esaltarsi, sempre sulla strada di nembro, quando uno che va piano conosce la regola dell'accosto per farti passare;
4. sentirsi uno di lì, sulla strada di nembro, quando vai più piano di un altro e procedi con la regola dell'accosto; imprecare se non ti ringrazia con quattrofrecce e/o clacsonata.
5. farsi segnare la spesa sul quaderno, il nome di riferimento, qui in provincia di Bergamo, è sempre il tuo lavoro (la-Anna-della-Posta) o la contrada di provenienza (il-Lino-dei-Tunù);
6. farmi inondare di pianti dal Bigni, di riccioli dalla Cips. di sguardo tenero di mamma da Annagi. di sorriso complice della Rotter;
7. cucinare qualcosa che loro non mangiano mai;
8. andare a far la spesa e venire riconosciuta, anche da chi credevo non sapesse neanche della mia esistenza;
9. ripensare alla vita che avrei avuto se fossi rimasta qui;
10. mettere il punto precedente nella sezione gioie/pregi/bianco, perchè so che non sarebbe mai (ba)stato per me. quindi va bene ripensarci, perchè vuol dire che non è andata così;
11. punzecchiare mia nonna e vederla ridere, sentirmi chiedere ogni volta "ettroat ol murùs"; assolvere ai miei doveri di prima nipote finta praticante nel portarla agli eventi cerimoniosi del paese (cimitero, funerali, processioni) e/o spese irrinunciabili nei punti caldi del suo shopping: farmacia e banèla.
12. rivedere i miei amici di una vita (che non sono quelli del punto 5 del paragrafo precedente, ne avevo anche altri di amici), qualche ex, e sentire che niente è comunque cambiato, che abbiamo solo preso strade diverse.

Non so se ho scelto 12 punti per paragrafo perchè non volevo avvantaggiare una parte rispetto a un'altra, o darvi un'idea soggettiva di questo piccolo mondo antico che è anche mio, nonostante tutto e sopra-tutto.
Forse in fondo non so scegliere, perchè questo è il posto dove sono nata, cresciuta, dove sono stata delusa e innamorata per la prima volta, dove ho sviluppato il sentimento di ribellione che mi ha permesso di decidere di lasciarlo, questo posto che amo e odio insieme. e quindi non posso neanche rinnegarlo. Non voglio.
E' casa mia, è da dove vengo, e ne sono orgogliosa. Niente di ciò che ho adesso sarebbe, se non arrivassi da qui.

Quindi Selvino, per me tu sei un pò come il pesce, dopo 3 giorni puzzi.
Però te lo dico ridendo, con l'amore più tenero che ho sul fondo della parola "puzzi," perchè poi da te ci ritorno sempre, perchè sei un pezzo imprescindibile e irrinunciabile di me.

venerdì 16 settembre 2011

La tua essenza in un libro

tempo fa - Giugno, 2009 - avevo risposto a queste domande. molto carine. potete farlo anche voi, vi dò auth.
oggi, che è una giornata molto, molto difficile, lo ripropongo per pensare ad altro. e aggiungo qualche nota per spiegare. o per impiegare il tempo, vedetela come vi pare.

"Scegli dei libri che hai letto e rispondi alle domande utilizzando esclusivamente i titoli delle opere. "

1. Sei maschio o femmina?
Il piccolo principe (A. de Saint Exupèry)
ndr: se vi state chiedendo in che senso, nel senso che sono una donna, ma, causa origini bergamasche, non molto femminile.

2. Descriviti
Dannati e Leggeri ( P.Crepet)
ndr: dannata per la mia goffaggine, leggera perchè sono dotata di ironia.

3. Cosa provano le persone quando stanno con te?
Il gabbiano Jonathan Livingston (J. Bach)
ndr: qui me la tiro

4. Descrivi la tua relazione precedente
Ingannevole è il cuore più di ogni cosa (J.T.Leroy)
ndr: ancora più ingannevole è l'idea che ci ostiniamo a fare di qualcosa, di qualcuno, che poi non è.

5. Descrivi la tua relazione corrente
Castelli di Rabbia (A. Baricco)
ndr: bellissima metafora. cazzo, mi esalto a rileggere i libri che ho scelto per queste risposte.

6. Dove vorresti trovarti?
Oceano Mare (A. Baricco)
ndr: questa risposta non cambia mai. impossibile.

7. Come ti senti nei riguardi dell'amore?
Il contrario di uno (E. DeLuca)
ndr: come un bambino di fronte alle giostre. come un malato senza cura.

8. Com'è la tua vita?
Poesie d'amore e di vita (P.Neruda)
ndr: banale questo libro. oggi lo cambierei con  Shantaram (G.D.Roberts). perchè vorrei aver vissuto una vita che mi permettesse di scrivere un libro così. (oh, non proprio la stessa-stessa sua vita eh.)

9. Che cosa chiederesti se avessi a disposizione un solo desiderio?
Il giorno prima della felicità (E. DeLuca)
ndr: ma sono sempre così smielata?  palle...

10. Di' qualcosa di saggio...
E lasciamole cadere queste stelle (F.Timi)
ndr:  le stelle sono sempre sagge. e quando cadono fanno miracoli, a volte. Niente di più saggio di una stella che cade e ti fa sentire potente, e graziato. salvato.

11. Una musica
Rembò (D. Enia)
ndr: una playlist nascosta. bellissimo libro.

12. Chi o cosa temi?
La solitudine dei numeri primi (P.Giordano)
ndr: aggiungo, la solitudine in senso stretto e costretto.

13.Un rimpianto
L'altra sera (E.Palandri)
ndr: un classico per un cancro con pensieri retroattivi. non è colpa mia. è il mio segno zodiacale che è disegnato cosi.

14. Un consiglio per chi è più giovane
Jack Frusciante è uscito dal gruppo (E.Brizzi)
ndr: quanti ricordi di quando ero piccola ingenua e sognatrice (più di ora? dai basta.)

15 Da evitare accuratamente
tutti i libri di Banana Yoshimoto
ndr: non so come ho fatto a leggerne cosi tanti.

bene, è passata mezz'ora, tra poco si mangia. va bene così.

lunedì 12 settembre 2011

E

Noleggiare un pulmino, sentirsi in gita. comprare cibi dolci e salati, e bevande alcoliche e antiche.
sudare come a 40° nel deserto, invece siamo solo nell'ultima fila da 3 del fiatducatopanorama, non abbiamo diritto all'aria condizionata sulla tratta casorate-firenze-sosta pipì a piacenza. ma abbiamo le borse frigo della felicità sotto ai piedi.
il finestrino della seconda fila non si apre, il portellone non si chiude. impossibile come qualcuno riesca a dormire seduto con la schiena curvata in avanti sprezzante del pericolo che lo assedia.
arriviamo a firenze dopo circa 5ore dalla partenza, 2 delle quali passate a uscire da milano, ma no partiamo di sera chi vuoi che ci sia in giro.
dormiamo circa 4 ore, alle 8 siamo in piedi, facciamo colazione e ci spostiamo a firenze fiera, per l'inizio delle nostre giornate in dedicata a Emergency.
io sono al seminario sui banchetti, ascolto e prendo appunti, sono nuova del posto e voglio capire tutto, ci voglio entrare bene in questo mondo che è diventato mio da qualche mese a questa parte.
passo la giornata con milioni di persone che hanno il mio stesso sentire, con motivazioni e spinte differenti, ma siamo lì tutti perchè ci crediamo, crediamo in un medico che racconta la sua esperienza in Afghanistan, crediamo ai suoi occhi mentre ci guarda, ci sentiamo piccoli come formiche di fronte al suo grazie, e insieme grandi perchè sappiamo che la maglietta che vendiamo al banchetto diventa l'intervento che lui può portare avanti in paesi dove non è scontato avere il diritto di essere curati.
ci diciamo grazie a vicenda, senza dircelo, ci scambiamo applausi gonfi di gratitudine reciproca.

guardiamo coi suoi occhi gli orrori di queste guerre immonde, degli abusi e dei soprusi subiti da chi cerca semplicemente di fare una vita migliore di quella che lo costringe a morire di fame, in un paese che non gli dà la possibilità di vivere.
cercheremmo di farlo anche noi, se non avessimo avuto la fortuna di coltivare un destino cresciuto in una zona agiata del mondo.

Considero un onore puro sentirmi parte di un'associazione che fa cose grandi, che difende le persone da governi che dovrebbero tutelarle per primi. che cerca di ribaltare un destino maledetto, e convertirlo in vita.
Di questo mi sono riempita nell'ultimo fine settimana passato a Firenze con la grande famiglia di Emergency.
C'è una sorta di gratitudine non detta tra i volontari: voglio dire, quando ci si incontrava per strada, con i badge penzolanti e le magliette logate, ci si sorrideva, senza conoscersi, ci si salutava.
Come in montagna, ci si riconosce amanti della stessa cosa, ci sbattiamo in faccia noi stessi e la nostra voglia di esserci, di crederci, continuamente. Ci carica.

la sera, come in montagna, ci riscaldavamo di fronte al fuoco delle parole magiche -e come dice la mia amica A, "di pancia"- di Erri de Luca, del calore dei suoni di Paola Turci, delle risate scatenate da Cornacchione, della vitalità della Dandini, del soffio cantato di Elisa, dell' altura musicale di Elio e le storie tese, dell'intensità di Fiorella Mannoia, di tutto quello che gli artisti amici di Emergency hanno voluto condividere con noi.

sono stati giorni intensi, pieni, ricchi di contenuti, di vita, di colore, di risate, di voglia di credere, di voglia di fare per qualcuno, giorni che mi hanno riempito di una consapevolezza che ancora non avevo e non conoscevo fino in fondo.
Per questo voglio dire grazie a Emergency, al gruppo che mi ha accolto come se ci fossi da sempre, per avermi dato la possibilità di vivere tutto questo, di scoprire nuovi pensieri, idee, percorsi mentali rimasti indietro.

Considero un privilegio avere fatto parte di questi giorni che rimarranno per me elemento prezioso di una crescita continua, tatuati sui miei punti deboli e per questo praticamente marchiati a fuoco.
E a volte, a proposito di punti deboli, anche in forno.


martedì 6 settembre 2011

Happy (Summer) Ending

bene, sono tornata, back to chenometidò. riprendo in mano il mio piccolo spazio di web dopo un'estate fatta di spra(u)zzi di mare, anniversari di nascita (mio) importanti e distruttivi, nuove esperienze umane e umanitarie, e qualche spruzzo di mare anche ora, in stile happy ending di quest'estate che viene e va a seconda dei nuvoloni che solcano questo cielo di gallarate.
sono appena stata in vacanza con mio nipote Lore, che non è  mio nipote di sange ma di cuore, e quindi comunque nipote è, ho passato una delle settimane più intense, faticose, e gratificanti della mia vita.
vi faccio qualche esempio per darvi un'idea di cosa parlo.
sveglia ore 07.30 (orario sconosciuto anche nella mia dimensione lavorativa, e vi ho detto tutto), la mia giornata comincia con l' interrogare uno gnomo di un anno e 4 mesi sul suo bisogno o meno di rilasciare escrementi mattutini, corriamo estasiati verso il vasino (si, è avanti, la fa già nel vasino, sorry per tutti gli altri), come se fossimo davanti l'entrata di gardaland, ecco il tono e l'esaltazione è quello, per poi sentirmi prendere in giro dal suddetto gnomo che dice che si ne ha bisogno, e invece è solo una scusa per scendere dal passeggino per fare altro, lavorare con le costruzioni, spostare cuscini del divano da una parte all'altra della casa che ci ospitava, andare ad aprire l'acqua del bidè o buttare per terra qualsiasi cosa che stia ad un altezza superiore ai 50cm.
tutto questo avviene dalle 07.30 alle 09.30, orario in cui si esce, direzione spiaggia.
arriviamo alla spiaggia, e lì comincia  la maratona tra telo mare e bagnasciuga, prendi l'innaffiatoio vai al mare riempilo d'acqua riportalo indietro, versa il contenuto nel secchiello e riparte il giro, non si salta mai un turno, non si resta fermi sulla casella telo mare per più di 2 secondi. verso le 11 si avvicina l'atteso e odiato (potete capire da soli a chi appartengono questi sentimenti) momento-nanna, e li sappiamo che non durerà, sfoderiamo la modalità carpe diem e cerchiamo di fare in 1 ora quello che la gente intorno a noi fa in 3.
Li odiamo. sono abbronzati, rilassati, spalmati sul telo mare senza un granello di sabbia sopra, fanno il bagno senza esaltazioni e senza conte unooo-dueee-treeee più tuffo finale -il tutto rigorosamente in repeat-. Non riordinano giochi, non sciaquano costumi, non si preoccupano di creare ombra inesistente nel territorio gallurese.
e invece per noi sono solo le 11. il fuso orario del nostro cervello va a +10h, vorremmo essere già lì.
ore 12, si rientra a casa per pranzo, Lore in attesa di doccetta ne fa una diretta sulle mie gambe, poi si dedica ai lavori lasciati indietro dalla mattina (vedi sopra) in attesa della pappa. inventiamo giochi inesistenti per intrattenerlo mentre mangiamo noi, anzi già che ci sono vorrei spendere delle parole di gratitudine per il signor esselunga che ha inventato le carte disney in omaggio ogni 10€ di spesa, noi le utilizziamo per far passare il tempo e gli pinziamo sopra delle mollette da bucato, sempre perchè mastro Lore deve lavorare.
siccome è troppo presto per dormire (per lui) allestiamo la piscina in veranda, e lì parte la girandola dentro e fuori dalla piscinetta, Lore ci dà ordini di dove ci dobbiamo mettere, e che tipo di lavori dobbiamo fare per lui. siamo ridotte in schiavitù da un esemplare di maschio, e il fatto che abbia solo 1 anno e 4 mesi e una faccia da mangiare e due occhi che sembrano biglie color verdone rende tutto più difficile. impossibile resistere.
ore 16, dopo la merenda, arriva il secondo momento più atteso della giornata, il riposino pomeridiano, condito da interminabili camminate in circa 1 mq avanti e indietro nell'unica veranda all'ombra della casa; le piante dei piedi iniziano a diventare insensibili, il processo di decadimento comincia verso quest'ora, il fuso orario passa a +5h, manca poco, e la giornata può finire. forse. forse moriremo subito dopo. ma saremo acculturate, perchè noi conosciamo a memoria tutti i protagonisti di Up, di Cars, di Nemo, sappiamo come fanno tutti gli animali, conosciamo canzoni che farebbero invidia al più esperto critico musicale di musica alternativa. altro che post-rock, qui si torna indietro a tempi dimenticati e dimenticabili di quando Mariele Ventre dirigeva l'Antoniano.
finita la cena, giretto finale con annesso addormentamento. spingo il passeggino con la schiena piegata, , e vi assicuro che non è un modo figurato di esprimermi, sembra che spingo una carriola da 150kg. siamo devastate, non abbiamo le forze per fare nient'altro, non abbiamo avuto forze per comprarci niente, di andare a bere una birra in giro, di toglierci pantaloncini e canotta per metterci un vestito, ma cosa li abbiamo portati a fare? "meno male che non abbiamo portato i tacchi".

il giorno della partenza siamo sfinite, allo stremo delle forze e dei vari entusiasmi per esperienze di vasini, eccitazioni per la vista del mare, esulti nei tuffi, non ne possiamo più. poi, come se fosse un segno, ci accorgiamo di una cosa.
vediamo Lore davanti al vetro riflesso della finestra, si fa le linguacce da solo, ride, si è scoperto allo specchio, completamente ignaro della nostra attenzione su di lui.
Questa immagine mi ha riempito il corpo della forza che non avevo più, mi ha resa felice nel vederlo crescere, così avanti, così sempre più grande, e orgogliosa di averlo vissuto in questi giorni distruttivi ma cosi belli. con il taaaaooo sjjjjia del mattino, con i suoi TI'-TI' e i suoi NONONONONO, con i suoi ordini e i suoi sorrisi inarrivabili, la sua energia infinita e la sua dolcezza di piccolo bambino della mia grande amica.

Quante volte ce lo siamo dette amica mia, durante questa settimana, abbiamo fatto tante vacanze insieme, tutte così diverse da questa, siamo passate dai massaggi thai in spiaggia al divieto assoluto dell'utilizzo del telo mare, dal relax del morro alla frenesia sarda, da esperienze live con animali africani a quelle solo raccontate dai libri per bambini.
e ti dico, le ho amate allo stesso modo, e anzi ora di più, perchè vivere con mio nipote è l'esperienza più intensa, più fisica e insieme più mentale che abbia mai avuto.

Amo il tempo che passiamo insieme, amo questo tempo che mi è stato regalato da quando ti conosco, e voglio che non finisca mai. fosse anche con un fuso orario che si sposta impazzito ad ogni momento della giornata.
non esiste tempo e non esiste spazio, non per noi, che lo sappiamo vivere, e apprezzare, anche quando ci distrugge.